Supermercato nell’ex cinema, avanti tutta nel silenzio
Attualita' - 4 MAGGIO 2019

Se è disinteresse risulta grave, ma se è rassegnazione appare ancora peggio. L’apertura dell’ennesimo marchio della grande distribuzione, a Pontedecimo, procede spedita con pratiche burocratiche e relativo avvio del cantiere. Lo fa in un punto simbolo della cultura che fu, l’ex cinema. Tutto nell’assordante silenzio della politica, ma anche delle associazioni di categoria. Sia chiaro, l’approdo di Conad nel cuore della borgata polceverasca, più a nord del Comune di Genova, rientra nelle regole. La sensibilità e il buon senso, però, restano altra cosa. A lasciare interdetti è l’intera vicenda: la classe politica che apprende l’esistenza del progetto dai piccoli esercenti locali, i capigruppo comunali che si sobbarcano il massacrante onere della convocazione dei bottegai di Pontedecimo promettendo impegno e lotta tanto energica da registrare l’avvio dei lavori il giorno successivo, evidentemente, autorizzato da dirigenti comunali ben più potenti di una figura ormai relegata allo “schiaccia bottone” in aula. Infine, un sindaco che va a Pontedecimo, perché previsto dal suo calendario di colazioni nei quartieri, e si limita alla frase di rito come i dirigenti delle sigle che dovrebbero tutelare i negozianti: “L’insediamento è consentito dalla nuova norma regionale”. In fondo, sono soltanto ulteriori 565 metri quadrati di grande distribuzione, con salumeria e pescheria più bistrot, concentrati nel cuore di un paese in agonia commerciale. Derubricato, poi, l’altro allarme non secondario: viabilità, difficoltà d’accesso per i mezzi pesanti e marciapiedi che fin d’ora rendono pericoloso il passaggio pedonale. Persone oltre le cose, lo slogan di chi compie l’investimento. Tutte le colpe possono ricadere su Conad? Proprio no. All’interno delle regole, doveroso il rispetto dei diritti al pari della loro concorrenza. Peraltro, tutti affaccendati nella stantia cantilena di simili plessi che farebbero rima con posti di lavoro omettendo quanti ne spazzano via al pari del presidio di zona. C’è un tempo per tutto e non è un caso se la Francia, che ha avviato quella tendenza, oggi, torna indietro. Qui, invece, non si capisce perché tutte le colpe devono ricadere sui commercianti del Civ, al tappetto uno dopo l’altro in una Pontedecimo fantasma.
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