La Precetti alla Fratelli Parodi e le frecciate di don Massimiliano

Attualita' - 23 DICEMBRE 2018
La notizia economica più rilevante della chiusura d’anno giunge dalla Valverde con l’acquisizione all’asta dell’area ex Precetti da parti della Fratelli Parodi, l’azienda di Isoverde che produce materie prime a base vegetale per le industrie cosmetiche e di lubrificanti. Occupazione superiore alle 250 unità che tra Campomorone e Ceranesi supera quota 120 con un andamento in crescita. “Il nuovo investimento ci consentirà un allargamento del polo della cosmetica. La sfida riguarderà sempre gli olii essenziali con un’attenzione specifica all’estrazione della canapa legata alle soluzioni infiammatorie” spiega Augusto Parodi, numero uno della realtà imprenditoriale. Una scelta, quella in sponda destra del Verde, sul territorio di Ceranesi, nata anche dalla necessità di nuovi spazi, ricercati a più riprese, attorno all’attuale stabilimento. Parodi non ritorna sulle polemiche: “Impossibile, però, dimenticare la delusione per le mancate autorizzazioni riguardanti un nuovo parcheggio che avremmo costruito a beneficio della collettività con parco giochi per i più piccoli. Il nuovo acquisto, realizzato con la fattiva collaborazione dell’Agenzia Immobiliare Bruzzo, ovvierà a queste criticità”.  È la risposta dell’industria d’alta Valpolcevera che non si arrende alla rassegnazione. Parallelamente, emerge un’altra storia di chi scommette sul primo entroterra: BeDimensional, nuova fabbrica italiana di grafene. La sede si affaccia sulla rotonda del Secca tra Serra Riccò e Genova. Tremila metri quadrati, capitale da 10 milioni e prospettiva di 35 dipendenti: “Operativi da giugno” dice il direttore ed ex assessore genovese, Emanuele Piazza. In tema di lavoro, poi, una parte da protagonista l’ha conquistata don Massimiliano Moretti per 7 anni sui Giovi. Il sacerdote che ama la ribalta, ma oggi è presenza costante nelle fabbriche cittadine e le sue stoccate non sono passate inosservate: “La gente è più avanti della politica. Le logiche novecentesche sono superate, chi amministra viene giudicato su quanto fatto. Serve il lavoro che rende liberi, non l’assistenzialismo che crea dipendenza”. 

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