Slow Food sceglie San Cipriano e il basilico genovese incanta l’Italia
Commercio - 18 DICEMBRE 2018
È il sussidiario del mangiar bene. Un compagno di viaggio per scoprire la cucina della tradizione regionale, anche nell’epoca di internet. Strumento ormai indispensabile, quest’ultimo, nonostante una corsa senza limite alla recensione, talvolta becera, sempre più gettonata tra gli chef da tastiera. L’affidabilità resta valore vero e dunque ecco la risposta di Slow Food che pure nel 2019 non rinuncia alla guida cartacea sulle “Osterie d’Italia”. L’associazione impegnata a ridare valore al cibo inserisce come novità d’entroterra il ristorante Doî Taggiæn di San Cipriano. La cerimonia presso la Brinca, noto locale di Ne. Il commento: “La passione e l’amore per il territorio si notano subito nella spiegazione dei piatti e dei loro ingredienti, materie prime di stagione e di ottima qualità provenienti da aziende agricole locali”. L’analisi, che impreziosisce uno staff giovane e intraprendente, punta sull’aspetto locale: “La cucina è quella tipica della Valpolcevera. Ne è un esempio la cima genovese che, a differenza di altre zone, qui è ricca di verdure. Si può iniziare con un antipasto misto che comprende frisceu, panissette fritte, latte brusco, e torte salate oppure una selezione di formaggio dell’alta Valpolcevera o con una tartara di fassona. Tra i primi, ravioli con il tocco, mandilli con il pesto, corzetti alla polceverasca con salsa di pinoli e maggiorana, taggiaen al sugo di funghi o al ragù di stoccafisso. Si può proseguire con il coniglio alla ligure, il filetto di manzo con fonduta di formaggi di vallata e nocciole, il fritto misto alla ligure. Tra i dolci, meritano un assaggio la sacripantina e il gelato fatto in casa”. Intanto, tra le golosità, un’ulteriore originalità giunge dal basilico cellese di Paolo Calcagno: simbolo di Liguria presente su molte tavole di vallata al pari delle fortunate produzioni delle famiglie Panetta e Notario di Serra Riccò. In questo caso, la notizia è legata alla realizzazione di una speciale produzione campana finalista al concorso sul miglior pandoro: base di basilico dop firmato Calcagno e limone canditi, lievitazione 40 ore.
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