Pietro Piciocchi
Irriverente - 1 MARZO 2025

Oltre l’impressionante somiglianza del viso, il primo colpo d’occhio si concentra sulle vesti: apostolo non del buddismo, bensì del buccismo e fedele al governatore.
Ulteriore lettura con l’eredità della doppia chiave, una d’argento e una d’oro, che apre ogni porta: chiavi di San Pietro e chiavi della città. “Tu sei Pietro e su questa pietra riconquisterai il mio Comune”.
Troppo blasfemo, il maestro di Cesino? Tutto si gioca sull’irriverenza e, ancora una volta, Davide Sacco centra il bersaglio.
Gestore della società cattolica a nord di Pontedecimo durante il giorno, artista della matita nelle ore più disparate della notte.
Ed ecco il risultato che pone al centro l’attuale sindaco reggente di Genova, nonché, candidato del centro destra al prossimo quinquennio in fascia tricolore.
Ma il suo è davvero un profilo in continuità con Marco Bucci? Sposato, padre di otto figli, l’avvocato non ha rinunciato a una sottolineatura di discontinuità rispetto al predecessore.
Da subito, l’ha fatto con la nomina di due assessori civici a lavori pubblici e sociale, quest’ultimo ex presidente dell’Unione Sportiva Pontedecimo Ciclismo, Enrico Costa.
Non ha tentennato a stoppare l’iter da più di 700 mila euro per un nuovo parcheggio a nord della stazione di Pontedecimo, indigesto a commercianti e pendolari perché privo di un accesso carraio da via Val d’Astico. Questo con buona pace dei suoi consiglieri locali che l’avevano già etichettato come un trionfo. In sostanza, marcata autonomia d’azione.
Rispetto a un centro sinistra tentennante sulla scelta del candidato, giunta con spaventoso ritardo, Pietro Piciocchi sa che i voti di Valpolcevera dovrà conquistarseli sulle manutenzioni: delegazioni prigioniere del traffico con percezione di sicurezza inadeguata e, soprattutto, autogol clamorosi come quello lungo la strada che da San Cipriano scende a Pontedecimo.
Lì, il suo Comune non andò neppure all’asta per acquistare un sito fondamentale a creare nuovi posti auto per la migliore vivibilità di via val d’Astico. Ora, proprietà privata.
E il pubblico, che con due spiccioli poteva risolvere una pratica per la collettività (vedi pagina 17 di Qui 119), ancora una volta all’asciutto.
Ulteriore lettura con l’eredità della doppia chiave, una d’argento e una d’oro, che apre ogni porta: chiavi di San Pietro e chiavi della città. “Tu sei Pietro e su questa pietra riconquisterai il mio Comune”.
Troppo blasfemo, il maestro di Cesino? Tutto si gioca sull’irriverenza e, ancora una volta, Davide Sacco centra il bersaglio.
Gestore della società cattolica a nord di Pontedecimo durante il giorno, artista della matita nelle ore più disparate della notte.
Ed ecco il risultato che pone al centro l’attuale sindaco reggente di Genova, nonché, candidato del centro destra al prossimo quinquennio in fascia tricolore.
Ma il suo è davvero un profilo in continuità con Marco Bucci? Sposato, padre di otto figli, l’avvocato non ha rinunciato a una sottolineatura di discontinuità rispetto al predecessore.
Da subito, l’ha fatto con la nomina di due assessori civici a lavori pubblici e sociale, quest’ultimo ex presidente dell’Unione Sportiva Pontedecimo Ciclismo, Enrico Costa.
Non ha tentennato a stoppare l’iter da più di 700 mila euro per un nuovo parcheggio a nord della stazione di Pontedecimo, indigesto a commercianti e pendolari perché privo di un accesso carraio da via Val d’Astico. Questo con buona pace dei suoi consiglieri locali che l’avevano già etichettato come un trionfo. In sostanza, marcata autonomia d’azione.
Rispetto a un centro sinistra tentennante sulla scelta del candidato, giunta con spaventoso ritardo, Pietro Piciocchi sa che i voti di Valpolcevera dovrà conquistarseli sulle manutenzioni: delegazioni prigioniere del traffico con percezione di sicurezza inadeguata e, soprattutto, autogol clamorosi come quello lungo la strada che da San Cipriano scende a Pontedecimo.
Lì, il suo Comune non andò neppure all’asta per acquistare un sito fondamentale a creare nuovi posti auto per la migliore vivibilità di via val d’Astico. Ora, proprietà privata.
E il pubblico, che con due spiccioli poteva risolvere una pratica per la collettività (vedi pagina 17 di Qui 119), ancora una volta all’asciutto.
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