Guidovia della Guardia: la sconfitta dell'entroterra
Paesi - 16 OTTOBRE 2024
In pochi chilometri un manifesto delle priorità elettorali per chi si candida a guidare la Liguria nei prossimi cinque anni. E non è questione di priorità comunali o regionali, qui c'è in gioco il futuro dell'entroterra con problemi atavici, mai risolti, che non possono trovare speranza nella forza di un singolo municipio. Serve un Piano Marshall dell'Appennino, trasversale, e non più rinviabile. Altro che red carpet o tentativi, ogni anno, su 15 comuni differenti dell'interno.
Con ordine. La zona di riferimento di un esempio valido per decine di casi, questa volta, fa riferimento al confine tra Genova e Ceranesi sulla cui superficie si estende la maggioranza del fenomeno al centro della questione.
Doppio problema, via carraia e sentiero pedonale.
Entrambi i nodi sono conosciuti come la strada della Guidovia. La prima è un'arteria fondamentale per chi dalla frazione di Gaiazza scende verso Bolzaneto o dalla delegazione genovese risale in Valverde aggirando il traffico di Pontedecimo e Campomorone. Dopo l'ennesimo cedimento, la speranza del Comune di Ceranesi traguardava, comunque, a una riapertura entro dicembre. Un ulteriore crollo su Genova, ora, rimette tutto in discussione e difficilmente le previsioni potranno essere rispettate con Ceranesi ancora in attesa di rientrare dei 240 mila euro spesi in somma urgenza, due famiglie fuori casa per la maxi frana di zona San Pietro e pendolari alle prese con un collegamento chissà mai se ripristinato.
Dunque, a Gaiazza, tuttora, si arriva soltanto da Campomorone o via Livellato. Ma da lì, in direzione Madonna della Guardia, a piedi o in bicicletta, sale una delle attrazioni dell'outdoor dal più alto potenziale dell'intero genovesato: il tracciato dell'ex Guidovia.
Le piogge autunnali hanno amplificato storiche difficoltà sullo sterrato a margine e in mezzo alle vecchie rotaie rendendo pressoché impossibile, e certamente pericoloso, il percorso per ciclisti funamboli. Un grande peccato in epoche dove l'avvento della pedalata assistita ha sconvolto il mercato del cicloturismo rendendo accessibili a tutta la famiglia, anche, percorrenze di salite un tempo riservate soltanto a chi risultava davvero allenato.
Dunque, cari candidati alla Regione, questo significa entroterra: rendersi conto che, sulla carta, esiste un volano senza eguali, ma prendere coscienza pure del fatto che l'attualità stia presentando il conto dell'incuria.
Un sindaco come quello di Ceranesi può avere tutti i demeriti e i meriti del caso - tra questi, il pressing su Cociv per l'avvenuta riapertura a senso unico alternato della provinciale di Santa Marta - ma non è pensabile che un singolo amministratore o una giunta paesana possa ribaltare un simile scenario di desolazione e sconforto.
Questo è Ceranesi, cari candidati: una priorità che non può aspettare oltre, ma a spasso per le due valle c'è pure di peggio. E, anche, senza la benedizione della Signora sta in cima al limitrofo monte Figogna
Chi ci mette la faccia?
Con ordine. La zona di riferimento di un esempio valido per decine di casi, questa volta, fa riferimento al confine tra Genova e Ceranesi sulla cui superficie si estende la maggioranza del fenomeno al centro della questione.
Doppio problema, via carraia e sentiero pedonale.
Entrambi i nodi sono conosciuti come la strada della Guidovia. La prima è un'arteria fondamentale per chi dalla frazione di Gaiazza scende verso Bolzaneto o dalla delegazione genovese risale in Valverde aggirando il traffico di Pontedecimo e Campomorone. Dopo l'ennesimo cedimento, la speranza del Comune di Ceranesi traguardava, comunque, a una riapertura entro dicembre. Un ulteriore crollo su Genova, ora, rimette tutto in discussione e difficilmente le previsioni potranno essere rispettate con Ceranesi ancora in attesa di rientrare dei 240 mila euro spesi in somma urgenza, due famiglie fuori casa per la maxi frana di zona San Pietro e pendolari alle prese con un collegamento chissà mai se ripristinato.
Dunque, a Gaiazza, tuttora, si arriva soltanto da Campomorone o via Livellato. Ma da lì, in direzione Madonna della Guardia, a piedi o in bicicletta, sale una delle attrazioni dell'outdoor dal più alto potenziale dell'intero genovesato: il tracciato dell'ex Guidovia.
Le piogge autunnali hanno amplificato storiche difficoltà sullo sterrato a margine e in mezzo alle vecchie rotaie rendendo pressoché impossibile, e certamente pericoloso, il percorso per ciclisti funamboli. Un grande peccato in epoche dove l'avvento della pedalata assistita ha sconvolto il mercato del cicloturismo rendendo accessibili a tutta la famiglia, anche, percorrenze di salite un tempo riservate soltanto a chi risultava davvero allenato.
Dunque, cari candidati alla Regione, questo significa entroterra: rendersi conto che, sulla carta, esiste un volano senza eguali, ma prendere coscienza pure del fatto che l'attualità stia presentando il conto dell'incuria.
Un sindaco come quello di Ceranesi può avere tutti i demeriti e i meriti del caso - tra questi, il pressing su Cociv per l'avvenuta riapertura a senso unico alternato della provinciale di Santa Marta - ma non è pensabile che un singolo amministratore o una giunta paesana possa ribaltare un simile scenario di desolazione e sconforto.
Questo è Ceranesi, cari candidati: una priorità che non può aspettare oltre, ma a spasso per le due valle c'è pure di peggio. E, anche, senza la benedizione della Signora sta in cima al limitrofo monte Figogna
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